Skip to main content

I Doni Di Sisto V Alle Terre Del Piceno: Un Percorso Nei Musei Sistini





A Ripatransone Presso il Museo Sistino (Vicino alla Cattedrale) è possibile visitare le seguenti opere:


  • Giovan Battista Ragazzini (Ravenna, 1520 - 1583 circa) Madonna In Gloria Con Santa Monica E Santi 1575 - 1583 Olio Su Tela
  • Simone De Magistris (Caldarola, 1538 1613) Madonna Con Bambino E I Santi Pietro Apostolo, Giovanni Battista, Rocco E Antonio Da Padova 1579 Olio Su Tela
  • Banco Dei Magistrati, opera in legno scolpito realizzata dall’intagliatore Desiderio Bonfini di Patrignone, Ascoli Piceno (1576-1634)
  • Reliquiario A Tabella, Ante 1635, Legno Intagliato, dorato e dipinto



nei seguenti giorni:

Martedì, Mercoledì, Giovedì Dalle Ore 8.30 Alle 19.30

Lunedì, Sabato, Domenica Dalle 16.30 alle 19.30


Papa Sisto V

Quarto di sette figli, Felice Peretti nacque a Grottammare, nell’odierna provincia di Ascoli Piceno il 13 dicembre 1521 da Mariana, oriunda di Camerino, e Piergentile, cittadino montaltese messo al bando per ragioni politiche all’indomani della guerra tra il ducato di Urbino e papa Leone X. Nel paese dell’esilio paterno Felice trascorse un’infanzia povera della quale egli stesso ricorderà più tardi, non senza qualche compiacimento, “d’essere stato alla campagna a pascere i porci, d’aver tagliato la legna, raccolta la cicoria alla foresta, zappato l’orto”. A sette anni, grazie al suo ingegno vivace, fu preso sotto la custodia di fra Salvatore Ricci, zio materno, che lo introdusse al noviziato presso i frati Minori Conventuali di San Francesco alle Fratte in Montalto. Qui frequentò con profitto la scuola pubblica, emettendo i voti nel 1536.

Compiuto il triennio filosofico tra Fermo, Pesaro, Jesi e Roccacontrada, il 1 settembre 1540 si recò presso l’istituto teologico di Ferrara per completare la sua formazione; tre anni più tardi fu trasferito prima a Bologna poi a Rimini, come baccelliere del locale convento, e di qui a Siena, dove nel 1547 venne ordinato sacerdote. Tornato quindi nelle Marche, conseguì la laurea a Fermo il 22 luglio 154. Il cardinale Rodolfo Pio da Carpi gli affidò l’incarico di reggente dello studio teologico conventuale di Siena (1549), al quale fece seguito, negli anni 1553-56, quello di reggente a Napoli, fino all’arrivo a Roma nel 1556 per volontà di Giulio III che lo nominò teologo presso il Consiglio Preparatorio per la riapertura del Concilio di Trento.

in quello stesso anno il Capitolo Generale di Brescia lo destinò a Venezia con il compito di governare il convento di Santa Maria Gloriosa dei Frari e porre fine ai gravi dissapori da tempo sorti fra i religiosi. Contemporaneamente, il cardinale Carpi gli affidò la carica di inquisitore per la città e il Dominio Veneto, incarico che assolse con tenacia nonostante le molteplici resistenze opposte dal governo della Serenissima. Grazie anche a questa severa opera riformatrice, in linea con i precetti che il Concilio di Trento andava elaborando proprio in quegli anni, fra Felice venne richiamato a Roma e di qui inviato in Spagna per concludere il processo contro l’arcivescovo di Toledo Bartolomeo Carranza.

Al ritorno, il nuovo pontefice Pio V (1566-1572), suo amico e protettore, lo nominò Vicario Generale dell’Ordine, quindi vescovo di Sant’Agata dei Goti e, il 18 maggio 1570, lo innalzò al cardinalato con il titolo di San Girolamo degli Schiavoni. Da questo momento divenne noto con l’appellativo di Cardinale Montalto, portando anche nel nome il ricordo della terra marchigiana, con la quale tornò ad avere rapporti dal 1571 al 1577 come reggente della sede vescovile di Fermo.

Il pontificato di Gregorio XIII Boncompagni (1572-1585), avverso ai religiosi e nemico personale del Peretti, segnò un periodo di disgrazia nel quale il Nostro, escluso da ogni incarico, fu costretto ad un ritiro forzato presso la sua villa romana, durante il quale si dedicò a rivedere scritti dei Padri della Chiesa e alla costruzione di talune opere edilizie. Morto papa Gregorio, egli prese parte al conclave del 21 aprile 1585, dal quale, tre giorni più tardi, uscirà papa con il nome di Sisto V.

I cinque anni di regno che seguirono furono tra i più intensi e memorabili della storia del papato. La ferrea determinazione del pontefice e la rigorosa osservanza dei precetti tridentini lo condussero, anzitutto, a riformare l’ordinamento dello Stato Pontificio, fissando a settanta il numero dei membri del Sacro Collegio e incrementando le congregazioni cardinalizie; quindi a dedicarsi con straordinaria efficacia alla repressione del banditismo, allora imperversante anche nell’Urbe, promulgando, contro i malfattori e coloro che li avessero protetti o favoriti, leggi severissime che fece applicare con intransigenza. Riorganizzò le finanze statali riuscendo ad accumulare, presso i forzieri di Castel Sant’Angelo, una straordinaria fortuna che gli meritò la fama di sovrano più ricco d’Europa e che assicurò prosperità alla Chiesa fino all’epoca napoleonica. Si occupò di approvvigionare lo Stato sia di risorse idriche sia di alimenti, convogliando nell’Urbe l’Acqua detta ‘Felice’ e tentando il prosciugamento delle Paludi Pontine per incentivare l’agricoltura e liberare la popolazione dalla malaria

Importantissima la sua attività di mecenate, attraverso la quale rafforzò sensibilmente l’immagine del papato, restituendo a Roma l’aspetto di una capitale moderna. Allo scopo incaricò l’architetto Domenico Fontana di sistemarne l’assetto viario per collegare tra loro le principali basiliche, ciascuna contrassegnata dalla presenza di un obelisco, fatto erigere nella piazza corrispondente. Molte le costruzioni di rilievo fatte eseguite dal pontefice. Tra queste si rammentano il Palazzo Lateranense, la Cappella Sistina di Santa Maria Maggiore e l’involucro architettonico della Scala Santa. Papa Sisto portò a compimento anche il palazzo del Quirinale, presso cui fece porre le statue romane dei Dioscuri, provenienti dalle Terme di Costantino, ai lati di una fontana dell’Acqua Felice.

Gli intensi sforzi volti ad accrescere la stabilità e la magnificenza della Chiesa non avevano impedito al pontefice, com’è noto, di favorire in ogni modo anche le native Marche, promovendo opere pubbliche ed elevando a sede diocesana le città di Camerino, Tolentino, San Severino, Loreto e Montalto. Nel palazzo del Quirinale, che diverrà residenza abituale dei sommi pontefici, la morte lo colse il 27 agosto del 1590, dopo soli cinque anni di regno, durante i quali riuscì a modificare sensibilmente la struttura politico-economica dello Stato e il volto di Roma.



Sisto V e i suoi rapporti con Grottammare


La disputa tra Montalto e Grottammare circa il luogo di nascita di Sisto v, ha origini assai remote, risalenti al secolo XVII. È però ormai assodato che Felice Peretti (nome di Sisto V prima del pontificato) nasce a Grottammare, da famiglia di sicure e antiche origini montaltesi, nel dicembre 1521. Dunque, luogo di nascita fortuito, dovuto alla fuga dei suoi genitori in seguito alla guerra fra Leone X e il duca di Urbino.

Già da Cardinale il Peretti onora la sua “patria carissima” di Montalto con la fondazione di una scuola e altre donazioni, ma la sua attenzione aumenta quando nel 1585 diviene Papa: concede somme di denaro, il diritto della nomina diretta del Podestà, permette il libero commercio, oltre all’esenzione delle tasse, fino a donare, nel 1586, il preziosissimo reliquiario eccellente opera di alta oreficeria di scuola parigina attualmente conservato nella locale sede museale. Dopo aver eretto Montalto al rango di città e di Diocesi gli concede anche di essere il centro giuridico e amministrativo del Presidiato, fino a fondare una Zecca che battesse autonomamente moneta.

Altrettanto onorata è stata Grottammare, la città che aveva visto nascere Sisto V. appena eletto Papa vuole formarvi una scuola pubblica, così da consentire agli alunni il passaggio diretto agli studi di medicina, legge e filosofia. Più tardi, concede a due giovani di grottammare dei posti presso il Collegio Montalto di Bologna e crea infine un Monte frumentario e un Monte di pegni. In corrispondenza dei grandi lavori edilizi di Montalto, inoltre, Sisto V vuole erigere, nel luogo della sua casa natale, una chiesa dedicata a S. Lucia (giorno della sua nascita) chiamando l’architetto Domenico Fontana. Il Papa attribuisce un’importanza particolare alla costruzione della chiesa, e ciò è testimoniato dalle preziose suppellettili custodite, tra cui il calice e i paramenti. Purtroppo la morte di Sisto V sopravviene il 23 agosto 1590 quando la chiesa era appena iniziata ed è quindi sua sorella Camilla a portare a termine l’operazione, nel 1595, con una spesa di oltre 25.000 scudi. Di lì a pochi anni la chiesa verrà elevata al rango di collegiata da Clemente VIII.

Comments

Popular posts from this blog

Madonna Enthroned With St. Peter St. Paul Ecce Homo St.Michael The Archangel St. Martin

  By Vittore Crivelli (1440 - 1501) Italian Painter of the Renaissance period. Monte San Martino (MC) Chiesa  Di San Martino Description At the centre of this polyptych there is the Madonna seated on a throne with a crown and a gold-trimmed cloak and a diadem that ties the cloak to the dress. The Madonna watches her son, who hands the key to heaven to St. Peter.  On the arch there is a bouquet of carnations, roses, vase with Carnation and an open book. The red carnation symbolizes the church bride of Jesus, the blooming rose the motherhood of the Madonna, the clear water purity. Saint Paul holds a green book and a sword. he looks unhappy conscious of the destiny of Jesus. Above all there is the Ecce Homo. Saint Martin on a horse has a sword and looks at the symbols of the passion. Saint Michael the archangel seems the most serious all of them, he has a sword and a bizarre Armor. Saint Peter seem surprised to receive the key from the children. Behind the figure of Christ t...

The Gleaner of Sapri's Manuscript (Written by the poet Luigi Mercantini)

At the top floor of the museum there is the original manuscript of The Gleaner of Sapri, Written by Luigi Mercantini. "They were three hundred, they were young and strong, and they died." This  is the famous refrain of what is probably one of the most famous poems of the Risorgimento, the gleaner of Sapri, composed by Luigi Mercantini in memory of the enterprise attempted by Carlo Pisacane in 1857 to unification Italy. In these sections of the Historical Museum is dedicated to the poet Risorgimento Luigi Mercantini with an Historical Ethnographic Collection. This floor, dedicated to the Italy of nineteenth, allows visitors to immerse themselves during the time of National Unity, capturing the feelings that animated the young patriots who infuocavano the Italian Province. Songs and poems encouraged the barricades and political struggles of an Italy that joining was preparing to enter Europe. Sapri The Gleaner of Sapri Luigi Mercantini (1821–1872) Ano...

Madonna and Child, Saint Martin, Saint Anthony Abbot By: Vittore Crivelli

  In the middle of this triptych there is the Madonna with her child in the act of blessing. The Madonna' s face is melancholic as she senses the end of her child will meet. The child holds a goldfinch, an angel with a sword and another one with crossed hands. Behind them a cane holds a cloth with a pomegranate and an apple hanging from it. Respectively they represents the church and the original sin. On the left there is Saint Martin bishop, in one hand he holds a finely bound hardback book with a model of a village with towers and crenelled walls. On the right there is Saint Antonio Abbott bishop who holds a book and a little bell. Above this triptych there is The Piety with tree Cherubini invented on collecting the blood of Christ. On the left there is the Madonna, on the right a praying Saint. At the feet of Christ there is Mary Magdalene. In the background a landscape. .