Quando? Martedi 6 Agosto 2024
Dove? Chiostro Vescovile Museo Sistino Di Ripatransone
Ora? 21:15
Descrizione Dell' Evento
Le Donne Nella Pittura Di Caravaggio , E' Una Conferenza Che Va Nell' Interiorità Del Grande Pittore. Svolgendo Un Analisi Sociale Della Roma Di Fine Cinquecento E Inizi Seicento.
Montanari Ricostruirà' L' Habitat Del Caravaggio Nel Cuore Di Roma, Nel Campo Marzio Dove Si Svolsero I Suoi Grandi Successi Pittorici, E Le Sue Frequentazioni Di Taverne Fra Risse, Vino E Prostitute E In Questo Ambiente Che Il Caravaggio Incontra Tre Prostitute Che Diventeranno Le Modele Dei Suoi Capolavori, Fino Al Suo Dipinto Più Rivoluzionario La Morte Della Vergine. Caravaggio Vive La Sua Religiosità Teologica Ribaltando I Principi Controriformistici E Proiettandosi Verso Il Reale.
La città di Roma, a cavallo tra XVI e XVII secolo, era una metropoli ricca e popolosa, abitata da cardinali facoltosi e potenti, nobili, uomini d’affari, ma anche da una variegata moltitudine di popolani, tra cui artigiani, bottegai, mendicanti e tanta gentaglia. Luci ed ombre di una grande città che, accanto ai palazzi e quartieri lussuosi e ai monumenti medievali e rinascimentali, presentava strade sporche e strette, in particolare Campo Marzio, in cui visse il più grande e rivoluzionario pittore di tutti i tempi: Michelangelo Merisi da Caravaggio, lombardo di nascita, ma che dovette a Roma la sua maturità artistica e l’esilio forzato per avere ucciso nel 1606 Ranuccio Tomassoni. Il carattere difficile del Caravaggio, ribelle, rissoso, anticonformista è alla base del suo naturalismo. Caravaggio portò a Roma un nuovo linguaggio figurativo improntato al naturalismo. Caravaggio è figlio della Controriforma, ma in lui le scene sacre di personaggi apparentemente miseri e sciatti, che agivano in ambienti spogli e bui e di figure femminili troppo carnali, aprono ad un tentativo snaturato del linguaggio teologico. E questo portò allo scontro con la chiesa conservatrice dell’epoca. In Caravaggio, seguendo anche la lezione di Leonardo da Vinci, forte era l’impulso di imitare dal vero. Il periodo romano del Merisi ha permesso di sviluppare sperimentazioni e citazioni pittoriche da Raffaello e Michelangelo. Dunque, il Caravaggio pittore divisivo, fra conservatori e tradizionalisti e i popolari. Le sue tele d’altare, spesso rifiutate dagli ordini religiosi, erano popolate di apostoli dall’aspetto umile e dimesso, spettinati e con i piedi sporchi. Sante e Madonne il cui aspetto ricordava alcune famose prostitute di Roma, che l’artista frequentava nella sua vita privata.
Le donne di Caravaggio a Roma
La prostituzione era ampiamente tollerata dalla chiesa romana, ed è comprensibile anche il perché. Era sufficiente che le prostitute si attenessero a poche regole di decenza, come frequentare le messe “deputate apposta” nelle chiese di San Rocco e di Sant’Ambrogio, e astenersi dal piacere della carne il venerdì, il sabato e nei giorni di festa. La genialità del Caravaggio è che le donne prostitute immortalate nei suoi quadri con una sacralità laica sono divenute eterne. Citiamo le tre più famose prostitute: Anna Bianchini, detta Annina o Annuccia la Rossa, che viene raffigurata in Maria, nel Riposo durante la fuga in Egitto, la Maddalena e la Morte della Vergine oggi al Louvre, l’opera più rivoluzionaria della storia dell’arte. Infatti, per la prima volta, la Madonna è una popolana morta, incinta e ripresa all’atto del suo rinvenimento.
La seconda prostituta immortalata da Caravaggio è Fillide Melandroni, donna bellissima e procace. La ritroviamo in Santa Caterina d’Alessandria e nel famoso ritratto di Giuditta e Oloferne e, insieme ad Annina, nel dipinto Marta e Maria.
Infine, la terza prostituta Maddalena Antognetti, la bella Lena, che possiamo ammirare in tre pale d’altare: la Madonna dei Pellegrini, la Madonna dei Palafrenieri e forse la Madonna in Estasi.
Vi è poi una quarta prostituta, Domenica Calvi detta Menicuccia, che però la critica ufficiale non ha identificato nei quadri di Caravaggio.
Le Poetesse Del ‘500
Vittoria Colonna
(1492-1547) è una figura complessa e affascinante: già nel 1532 Ariosto ne cantava le lodi nell’ultima edizione del Furioso (XXXVII, 15-21),
Da sposata si trasferì nel Castello Aragonese di Ischia e frequentò il vivace ambiente culturale napoletano. Fu amica e confidente di Michelangelo e, dopo la morte del marito, sentì sempre una grande attrazione per la spiritualità.
Cambiò totalmente il proprio stile di vita: abbandonò i palazzi di famiglia e gli abiti sontuosi, con l’intenzione di trascorrere i suoi giorni in povertà in un convento romano. Per il marito, di cui fu appassionatamente innamorata, scrisse liriche in vita e in morte, come Petrarca fece con la sua Laura.
Sonetto X
A quale strazio la mia vita adduce
Amor, che oscuro il chiaro sol mi rende,
E nel mio petto al suo apparire accende
Maggior disio della mia vaga luce!
Tutto il bel che natura a noi produce,
Che tanto aggrada a chi men vede e intende,
Più di pace mi toglie e sì m'offende,
Ch'ai più caldi sospir mi riconduce.
Se verde prato e se fior vari miro,
Priva d'ogni speranza trema l'alma
Ché rinverde il pensier del suo bel frutto
Che morte svelse. A lui la grave salma
Tolse un dolce e brevissimo sospiro,
E a me lasciò l'amaro eterno lutto.
Gaspara Stampa
(1523 - 1554)
Nata da una colta ma modesta famiglia di commercianti gioiellieri d’origine milanese, Gaspara era una cortigiana di alto livello, bellissima, seducente e talentuosa. La casa Stampa divenne un salotto letterario tra i più frequentati dai maggiori musicisti, pittori e letterati di Venezia.
Gaspara, ammirata come cantante oltre che per la sua bellezza, “era circondata da un nuvolo di adoratori”. La condizione delle cortigiane oggi farebbe scalpore: si trattava di donne libere che intrattenevano personaggi di alto lignaggio con la loro maestria nelle arti e con la loro bellezza. Erano professioniste della corte in tutti i sensi, rendendola splendida e piena di intrighi e di licenziosità.
Nel 1554, il 23 aprile, a soli 31 anni, Gaspara morì dopo quindici giorni di febbri intestinali a seguito di un’intossicazione; la sintomatologia corrisponderebbe con l’avvelenamento, tuttavia mai provato: il sospetto ha fatto comunque supporre che fosse stata morte per suicidio. Una fine tragica e misteriosa come quella delle moderne rock-star.
Le liriche di questa poetessa sono incentrate sulla sua vicenda amorosa finita con l’abbandono da parte dell’amato e il suo canzoniere è uno dei più interessanti della poesia del ‘500.
Sonetto I
Voi, ch'ascoltate in queste meste rime,
In questi mesti, in questi oscuri accenti
Il suon degli amorosi miei lamenti
E delle pene mie tra l'altre prime;
Ove sia chi valore apprezzi e stime,
Gloria, non che perdon, de' miei tormenti,
Spero trovar fra le ben nate genti,
Poi che la lor cagione è sì sublime.
E spero ancor che debba dir qualcuna:
Felicissima lei, da che sostenne
Per sì chiara cagion danno sì chiaro!
Deh, perchè tanto amor, tanta fortuna,
Per sì nobil signore a me non venne,
Chè anch'io n'andrei con tanta donna a paro!
Veronica Franco
la "cortigiana honesta" Veronica Franco (1546-1591) è autrice di terze rime – alla maniera dantesca e in generale della poesia in stile comico, il contenuto è spesso e non troppo velatamente erotico.
La freschezza di queste voci e il loro approccio nuovo alla materia poetica rese queste scrittrici più originali e più brave dei loro colleghi petrarchisti uomini, molti dei quali, pedissequi imitatori di maniera. La cosa più sorprendente è che alcune di queste cortigiane offrirono una rilettura personale al capolavoro di Petrarca, rovesciandone la prospettiva, esprimendo il punto di vista della donna, ancora relegata a mero oggetto del desiderio dei poeti.
Invece qui la poetessa asserisce che farà gustare le delizie dell’amore.
Epistola poetica I a Marco Veniero
E qual ella si sia, la mia bellezza,
quella che di lodar non sète stanco,
spenderò poscia in vostra contentezza:
dolcemente congiunta al vostro fianco,
le delizie d’amor farò gustarvi,
quand’egli è ben appreso al lato manco;
e ‘n ciò potrei tal diletto recarvi,
che chiamar vi potreste per contento,
e d’avantaggio appresso innamorarvi.
Veronica Gambara
Nella notte tra il 29 e il 30 novembre 1485 nasce nel castello di Pralboino, nella pianura a sud di Brescia, Veronica Gambara, figlia dei feudatari locali. Brescia è animata da un vivace fermento culturale e l’opera di Petrarca qui è ben conosciuta, grazie all’attività delle numerose tipografie locali e a letture pubbliche che ne celebrano il mito. La sua è una famiglia numerosa, nobile, assai colta e imparentata con importanti esponenti, anche femminili, della cerchia umanistica delle corti padane dell’epoca.
A Veronica, come ai suoi fratelli e sorelle, è impartita un’ottima educazione umanistica: studia latino, filosofia, teologia e retorica.
Diventa presto celebre nella sua città e ottiene le attenzioni di Pietro Bembo che la menziona in suo sonetto prima ancora di incontrarla.
Per dirla in breve, la contessa si presenta a noi come una donna rinascimentale non incasellabile in una sola dimensione: è insieme letterata, accorta politica e reggente del feudo del marito, lucida intellettuale profonda conoscitrice del suo tempo, instancabile animatrice di cenacoli culturali.
anche Ludovico Ariosto la esalta: nella conclusione dell’Orlando Furioso, omaggia la poetessa.
Madrigale I
Occhi lucenti e belli,
Com'esser può che in un medesmo istante
Nascan da voi sì nove forme e tante?
Lieti, mesti, superbi, umili, alteri
Vi mostrate in un punto, onde di speme
E di timor m'empiete,
E tanti effetti dolci, acerb
i e fieri
Nel core arso per voi vengono insieme
Ad ognor che volete.
Or poi che voi mia vita e morte sete,
Occhi felici, occhi beati e cari,
Siate sempre sereni, allegri e chiari.
Biografie
Paolo Montanari (Relatore)
Autore Saggista Poeta E Giornalista Culturale, Vive E Lavora A Pesaro, Da più Di Venti Anni Svolge L' Attività Di Operatore Culturale, Organizzando Conferenze E Convegni, Da Ricordare L' Importante Convegno Su Pier Paolo Pasolini A 40 Anni Dalla Morte Svoltosi A Pesaro E Roma.Divulgatore Di Grandi Personaggi Come Raffaello, Leopardi, Leonardo Da Vinci.Ha Scritto Saggi Su Dante Che Ha Vinto Il Premio Internazionale Milano.E' Autore Di Poesie Inserite In Antologie Poetiche A Breve La Sua Prima Raccolta Di Poesie Anime Illusorie.Profondamente Appassionato Della Pittura Di Caravaggio, Ha Tenuto Delle Lectio Magistralis Sul Rapporto Della Luce Nel Caravaggio E Nel Cinema.
Mascia Lanciotti (Lettrice)
Nasce nel 1979 a Massignano (AP)
Attrice di laboratorio Spaziarte, un teatro sperimentale improvvisato e non, con la cornice del movimento libero e creativo. Diverse le interpretazioni sia in lingua italiana che in vernacolo. Svariate sono le performances, come attrice, lettrice, presentatrice, interprete improvvisata teatrale e dialettale.
Programma
Le Donne Nella Pittura Di Caravaggio
Il Naturalismo Di Caravaggio
Le Donne Di Caravaggio A Roma
Analisi Dei Quadri Con Protagonista Annuccia: Marta E Maria.
La Maddalena
Il Riposo Durante La Fuga In Egitto
La Morte Della Vergine
Analisi Dei Quadri Con Protagonista Lena
La Madonna Dei Pellegrini
Madonna Dei Palafrenieri
Maria Maddalena In Estasi
Analisi Dei Quadri Con Protagonista Fillide
Immagine Della Deposizione
Marta E Maria
Santa Caterina D'Alessandria
Giuditta E Oloferne
La Nativita' Di Palermo
Breve Introduzione Sul Caravaggio
Michelangelo Merisi detto Caravaggio (Milano, 1571 - Porto Ercole, 1610) è uno dei più grandi pittori della storia dell’arte. All’inizio della sua carriera lascia Milano, sua città natale, per trasferirsi a Roma dove lavora per il cardinale Francesco Maria del Monte e altri importanti committenti. A causa del suo carattere facilmente irritabile e violento è stato protagonista di una serie di vicende negative, tra cui un omicidio che, dal 1606, lo ha costretto a lasciare Roma e a spostarsi continuamente, in fuga, prima a Napoli, quindi a Malta, poi in Sicilia e ancora a Napoli: da qui riparte con la speranza di tornare a Roma, ma si ammala e si spegne sulla spiaggia di Porto Ercole.
Fonte: Finestre Sull' Arte
Biblioteca
Le Poetesse Del 500 A Cura Di: Giulio Ferroni
Ringraziamenti
Dott.ssa Paola Di Girolami Direttrice Dei Musei Sistini
Dott. Giuseppe Gabrielli Presidente Rotary Club Hatriaticum Piceno Roseto
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