Acquerello Di: Eugenio Cellini
Come sovrana priva dei suoi beni
la mia città un tempo assai famosa
chaimata "Propugnaculum Piceni"
conserva la sua aria dignitosa.
S'erge su cinwue colli e da ogni altura
guarda il suo mare, i monti e le vallate.
Ha torrioni, palazzi, antiche mura
che testimoniano le glorie passate.
E' silenziosa ma, come per magia,
parla ancora a chi la sa ascoltare;
ogni sua piazza, ogni sua stretta via
ha qualcosa da narrare.
So che la storia di Ripatransone
può sembrare fantastica, ma è vera;
parla di antiche gesta, di ogni rione,
di Virginia, di Donna Bianca fiera.
Parla Pure di nobili casate
da cui discesero bravi condottieri,
di lotte, di sconfitte sopportate
dagli abitanti impavidi di ieri..
Qui vissero artisti e letterati,
spiriti eroici, nobili talenti;
nei vicoli e nei corsi son passati
e a lor son dedicati i monumenti.
Qui nacquero Consorti e Mercantini
che alla città diedero lustro e onore
col lavoro manuale tra i bambini
e con gli scritti che toccano il cuore.
Una vaga tristezza ora mi assale
quando penso ai vari uffici chiusi,
al vecchio seminario, all' ospedale
da pochi anni adibito a nuovi usi.
E provo pure un pò di nostalgia
nell' osservar le tante chiese vuote,
nel ricordar tanta gente pia
che dell'organo seguivano le note.
Ripatransone si anima d'estate;
essa attira turisti e forestieri,
e le cose che vengono ammirate
fanno pensare alla città di ieri.
Renata De Angelis

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