ALLA SEPOLTURA DI ACOLOMBA ANTONIETTI PORZIO
Giugni, O figlia, le man, piega i ginocchi,
bacia quel sasso e starami ad ascoltar:
qui sotto, chiusi in dolce sonno gli occhi,
dorme una sposa e non si può svegliar.
Mentr' ella dorme, una pietosa istoria,
mia pargoletta, ti racconterò;
e sì te la porrai nella memora
che poi ridir da te la sentirò.
Era Colomba una cara donzella
che ne' suoi più verd' anni intese amor:
ognun diceva: È graziosa, è bella:
ma le bellezze sue stavan nel cor.
Il giovinetto che di lei si accese.
non pose indugio e dir le volle il si:
a chi potea più amar l' un l' altro attese,
amor sorrise e il talamo gioì.
Per tutta quanta Italia allor s' udia
correre un grido ed era — Libertà! —
Cantavan tutti: - Andiamo in Lombardia:
è un vile il giovin che a morir non va. —
Luigi, che sentiva in mezzo al petto
alteri sensi e generoso ardir,
Bina chiamando con supremo affetto,
l' accarezza e le svela il suo disir.
No, dic' ella, tu solo non andrai ;
sarai più forte se n' andrai con me.
Dammi un facil. Luigi, e tu vedrai
com' io saprò pugnar vicino a te.
Cinta i capei del tricolor berretto.
la daga al fianco ed il moschetto in man,
ponsi in fila da costa al suo diletto;
suona allegro il tamburo e se ne van.
Per valli e monti, per boschi e riviere,
notte e giorno, alla pioggia, al vento, al sol,
move Colomba con le elette schiere,
insin che toccan dei Lombardi 'l suol.
— All'armi! all'armi! che l' Ulan si mostra!
All'armi! all'armi! che il Croato vien! —
« O mio Luigi, e questa è l' ora nostra,
viva chi porge alle ferite il sen. »
Dov'è più vivo il foco ella si aggira,
ma di un passo non lascia il suo fedel:
or grida: Avanti! or l'arme imposta e tira,
or guarda in atto di preghiera il ciel.
Cessa il foco: va intorno ella cercando,
e l'anima raccoglie di chi muor;
correi ai feriti, e, il sangue rasciugando,
e la patria ricorda il santo amor.
Ma la bandiera bella fu tradita.
sul sangue degli eroi si patteggiò!
Di nuovo insulto Italia fu schernita,
e la schiera dei prodi a noi tornò.
Di soave pallor sparsa il bel viso
riede Colomba al suo natio terren,
non move accento, non dispiega un riso,
è mesta e ad or ad or piangendo vien.
Ma il dì che la grand' aquila di Roma
sul suo bel nido l' auree penne aprì,
ella sorrise e s' infiorò la chioma,
e il nuziale arredo si vestì.
E sentendo echeggiar la gran parola
risvegliatrice dell' antica fé,
mosse giuliva in più di una carola,
tra suoni e canti, col suo sposo il piè.
Poi, quando udì che incontro al Campidoglio
venia di quattro eserciti l furor
per rialzare al sanguinante soglio
chi vuole un regno che non diè 'l Signor,
ripreso il ferro, accanto al suo Luigi
corse ove più s' udia dell' armi 'l suon;
e i guerrier della improvvida Parigi
vider giovane donna in sui bastion'.
Baldi intanto venian con torva faccia
I prodi sgherri del Bombardator,
e infin là da Velletri fean minaccia
tutti i Romani uccider di terror.
Dietro all' Eroe dall' armatura rossa
va Colomba i feroci ad incontrar:
non sa quanto una donna in arme possa
chi lei non vide allora in campo entrar.
Rider fu vista di superbo sdegno
quando i veloci miser l' ali al piè :
tornar giuravan trionfando al regno,
e fuggivan gridando: viva il re! —
Ma l' ora di Colomba era venuta!
La gloriosa, oimè! dovea morir!
Roma da tutte parti è combattuta,
e più di un muro già si vede aprir.
Il percosso bastion la mia guerriera
s'affretta, ove più crolla, a riparar;
ma senza posa dall' ostil trincera
s' ode il tuono e si vede folgorar.
Sul destro fianco la succinta gonna
una riga di sangue a lei segnò,
e bianca in viso la leggiadra donna
di Luigi nel sen si abbandonò.
Fa croce al petto delle mani e dice:
— Luigi, addio! ricordati di me!
Io muoio per la patria! assai felice!
a lei rendo la vita che mi diè. —
Guardò ancora il suo sposo e gli sorrise
quasi aprir gli volesse un suo disir:
poi tutta in cielo a riguardar si mise
e immobil si rimase in un sospir.
Oh! ma tu piangi, o figliuoletta mia?
La dolce istoria ti ha commosso il cor!
Quivi sotterra, già tei dissi pria,
una sposa addormita è nel Signor.
Saper vuoi tu 'l suo nome? ella è Colomba,
la vaga sposa di Luigi eli' è.
Quasi un aitar per te sia la sua tomba,
e movi spesso a visitarla il pie.
Dell' altre bimbe alla compagna schiera
t'affretta il mio racconto ad insegnar:
poi qui teco le adduci, una preghiera
sul cener di Colomba a recitar.
(Corfù^ agosto 1849 )

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